Io sono OK - Tu sei OK
Thomas A. Harris
01. Scopri i Tuoi Tre 'Io' Interori: Genitore, Adulto e Bambino
Ti sei mai sentito come se dentro di te convivessero più persone? Magari una parte di te è critica e piena di regole, un'altra è impulsiva ed emotiva, e una terza cerca di ragionare con calma. Questa sensazione, che poeti come Walt Whitman hanno descritto come "contenere moltitudini", è al centro di una delle scoperte più affascinanti dell'Analisi Transazionale. L'idea non è che siamo frammentati, ma che la nostra personalità è composta da tre stati dell'Io distinti e osservabili: il Genitore, l'Adulto e il Bambino. Non si tratta di concetti astratti come il Super-Io o l'Es di Freud, ma di realtà psicologiche concrete che attiviamo in ogni momento della nostra vita. Puoi vederlo accadere davanti ai tuoi occhi: l'espressione di un amico cambia, il suo tono di voce si alza, la sua postura si irrigidisce. In un istante, è passato da un pacato stato Adulto a un critico stato Genitore o a un capriccioso stato Bambino. Per comprendere questi tre "Io" interiori, dobbiamo immaginare il nostro cervello come un registratore ad alta fedeltà, un concetto supportato dalle straordinarie scoperte del neurochirurgo Wilder Penfield. Durante i suoi esperimenti, Penfield scoprì che stimolando aree specifiche del cervello di un paziente cosciente, poteva evocare ricordi vividi e completi. Il paziente non solo ricordava un evento, ma lo riviveva con tutte le sensazioni, le emozioni e le interpretazioni originali. Questo ci insegna una lezione fondamentale: tutto ciò che abbiamo vissuto, specialmente nei primi anni di vita, è registrato indelebilmente, completo della colonna sonora emotiva. Questi "nastri" del passato possono essere riprodotti oggi, influenzando profondamente il nostro presente. Il primo di questi registri è il Genitore. È l'enorme archivio di registrazioni di eventi esterni imposti e indiscutibili, catturati nei nostri primi cinque anni di vita. È il "concetto insegnato" della vita. Contiene tutte le regole, le leggi, i "come si fa" e i "non si deve" che abbiamo assorbito dai nostri genitori e da altre figure autoritarie. Frasi come "Non dire mai bugie", "I soldi non crescono sugli alberi" o anche i pregiudizi ("Non ti fidare mai di quella gente") sono incise qui come verità assolute. Quando eravamo alti mezzo metro, i nostri genitori erano giganti di due metri, la fonte di ogni sicurezza, e non osavamo mettere in discussione i loro insegnamenti. Il Genitore contiene anche le loro contraddizioni, come il padre che dice "Non fumare" con la sigaretta in bocca. Questa parte di noi può essere un'ottima guida per la sopravvivenza ("Non toccare il fuoco!"), ma può anche diventare una prigione di norme obsolete e critiche costanti, un giudice interiore che ci fa sentire perennemente inadeguati. Contemporaneamente, un'altra registrazione era in corso: quella degli eventi interni. Questo è il Bambino, il "concetto sentito" della vita. È l'archivio di tutte le nostre reazioni emotive a ciò che vedevamo e sentivamo. Da piccoli eravamo goffi, dipendenti e privi di parole per esprimere i nostri complessi bisogni. Le frustrazioni, i "no" continui, gli sguardi di disapprovazione e la sensazione di non fare mai la cosa giusta hanno portato ogni bambino, anche quello cresciuto in una famiglia amorevole, a una conclusione fondamentale su di sé: "Io non sono OK". Questa sensazione di inadeguatezza è il fardello che il Bambino si porta dentro. Ma il Bambino non è solo tristezza e paura. È anche la sede della creatività, della curiosità, della gioia spontanea, del desiderio di esplorare e toccare. È il bambino con la faccia sporca di cioccolato, che ride a crepapelle e si meraviglia per un nonnulla. Quando oggi ci sentiamo sopraffatti dalla rabbia, dalla tristezza o da un'incontenibile euforia, è il nostro Bambino che ha preso il comando della situazione. Ma allora, se siamo governati da un Genitore critico e da un Bambino insicuro, dove si trova la speranza di cambiare? La risposta sta nel terzo stato dell'Io: l'Adulto. Intorno ai dieci mesi, un bambino inizia a muoversi, a esplorare e a capire che può avere un effetto sul mondo. Questa è la nascita dell'Adulto, il "concetto pensato" della vita. L'Adulto non è semplicemente l'essere cresciuti; è la nostra capacità di raccogliere ed elaborare informazioni in modo obiettivo, di esaminare la realtà qui e ora. Funziona come un computer, prendendo dati dal Genitore ("È vero quello che mi hanno insegnato? È ancora valido oggi?"), dal Bambino ("Questa emozione è appropriata alla situazione attuale o è una reazione del passato?") e dalla realtà esterna. Il suo scopo non è cancellare il Genitore o il Bambino, ma integrarli e gestirli. L'Adulto ci permette di dire: "Riconosco la rabbia del mio Bambino, ma scelgo di non agire su di essa" oppure "Capisco il pregiudizio del mio Genitore, ma i fatti mi dicono un'altra cosa". È la parte di noi che stima le probabilità, che comprende le conseguenze e che ci dà la libertà di scegliere le nostre risposte invece di reagire automaticamente sulla base di vecchi "nastri". Imparare a riconoscere e a separare questi tre stati è il primo, fondamentale passo per prendere il controllo della propria vita, per capire perché facciamo quello che facciamo e, soprattutto, per scoprire come possiamo cambiare.
Citazione capitolo
"Questi stati dell’essere non sono ruoli ma realtà psicologiche. Lo stato è prodotto dalla riproduzione di dati registrati di eventi del passato, che coinvolgono persone reali, tempi reali, luoghi reali, decisioni reali e sentimenti reali."
Domande capitolo
Il Genitore è l'insieme delle registrazioni di eventi esterni, come le regole e i comportamenti dei nostri genitori, rappresentando un concetto 'insegnato' della vita. Il Bambino, invece, è la registrazione delle nostre reazioni interne a quegli eventi, ovvero le emozioni e i sentimenti, costituendo il concetto 'sentito' della vita. Entrambi si formano nei primi cinque anni e sono 'nastri' di esperienze reali che influenzano il nostro presente.
L'Adulto agisce come un computer che analizza i dati provenienti dal Genitore e dal Bambino, confrontandoli con la realtà attuale. La sua funzione è aggiornare le informazioni obsolete, valutare l'adeguatezza delle emozioni e prendere decisioni razionali. È fondamentale per il cambiamento perché ci permette di scegliere liberamente le nostre risposte, anziché reagire in modo automatico sulla base del passato.
Sintesi capitolo
La nostra personalità non è un blocco unico, ma un dialogo tra tre "Io" interiori, registrati indelebilmente nel nostro cervello come su un nastro ad alta fedeltà. C'è il Genitore, il nostro "concetto insegnato", che riproduce la voce delle figure autoritarie con le loro regole e i loro pregiudizi ("Non ti fidare!"). Poi c'è il Bambino, il nostro "concetto sentito", l'archivio di ogni emozione: dal fardello della sensazione "Io non sono OK" 😔, alla creatività e alla gioia di un sorriso sporco di cioccolato 😄. Infine, l'Adulto è il nostro "concetto pensato", un computer 💻 che elabora i dati del presente, mettendo in discussione i vecchi nastri del Genitore e gestendo le emozioni del Bambino. È l'Adulto che ci dà il potere di non reagire d'impulso, ma di esaminare la realtà e scegliere consapevolmente la nostra risposta, separando ciò che siamo oggi da ciò che ci è stato insegnato o da come ci siamo sentiti in passato.
Rispondi alle seguenti domande:
Secondo il testo, qual è l'intuizione fondamentale dell'Analisi Transazionale sulla nostra personalità?
La nostra personalità è frammentata in parti astratte difficili da identificare, come il Super-Io e l'Es di Freud.
La nostra personalità è composta da tre stati dell'Io (Genitore, Adulto, Bambino) che sono realtà concrete e osservabili, come 'nastri' registrati che possiamo riascoltare e gestire.
La nostra personalità è determinata unicamente dalle emozioni del 'Bambino' interiore, mentre le regole del 'Genitore' sono superflue.
Qual è il ruolo cruciale dello stato dell'Io 'Adulto' per poter cambiare e prendere il controllo della propria vita?
Funziona come un computer che analizza la realtà, valuta i dati del Genitore e del Bambino e ci permette di scegliere una risposta consapevole invece di reagire d'impulso.
Il suo scopo è eliminare completamente le regole del Genitore e le emozioni del Bambino per diventare puramente razionali.
Serve a rinforzare le regole insegnate dai genitori (il 'concetto insegnato') per garantire la nostra sicurezza.
Il testo suggerisce che una sensazione di base di inadeguatezza ('Io non sono OK') ha un'origine specifica. Qual è?
Nasce dalle regole contraddittorie e dalle critiche costanti registrate nello stato Genitore.
È un difetto dello stato Adulto, che non è abbastanza sviluppato per comprendere il mondo.
Deriva dalle esperienze emotive dello stato Bambino, che nei primi anni di vita ha provato frustrazione e dipendenza sentendosi piccolo e impotente.
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