Buona Strategia Cattiva Strategia

Richard Rumelt


01. Riconoscere la Cattiva Strategia per Fare Spazio a Quella Buona, identificando i suoi quattro segni distintivi: fuffa, incapacità di affrontare i problemi, scopi scambiati per piani e obiettivi inefficaci.

02. Costruire il Nocciolo della Buona Strategia: la disciplina di formulare una Diagnosi lucida, una Politica Guida chiara e un piano di Azioni Coerenti per superare la difficoltà della scelta.

03. Applicare la Leva Strategica: usare Focus, Punti Fulcro e Obiettivi Prossimi per concentrare le forze e produrre risultati superiori.

04. Progettare un Vantaggio Duraturo: creare Sistemi a Catena coerenti, dove la performance è determinata dall'anello più debole e l'eccellenza è difficile da imitare.

05. Cavalcare le Onde del Cambiamento: come la Dinamica di settore crea Vantaggio, evitando la trappola della crescita e applicando i quattro metodi per aumentare il valore.

06. Sfruttare le Forze Nascoste della Competizione: trasformare l'Inerzia dei rivali in opportunità e combattere l'Entropia che degrada l'efficienza interna.

07. Adottare una Mente da Stratega: trattare la strategia come un'ipotesi da testare, mettere in discussione il proprio giudizio e resistere al comportamento di gregge per mantenere la lucidità.

01. Riconoscere la Cattiva Strategia per Fare Spazio a Quella Buona, identificando i suoi quattro segni distintivi: fuffa, incapacità di affrontare i problemi, scopi scambiati per piani e obiettivi inefficaci.

Citazione capitolo

"La cattiva strategia abbonda di obiettivi e manca di indicazioni sulle linee d’azione. Dà per scontato che gli obiettivi siano l’unica cosa che serve. Propone obiettivi strategici che sono incoerenti e, a volte, totalmente impraticabili. E usa parole e frasi altisonanti per nascondere quelle sue mancanze."

Domande capitolo

Viene classificato come cattiva strategia perché confonde gli obiettivi con la strategia stessa. Manca un'analisi degli ostacoli concreti e un piano d'azione coerente per superarli, affidandosi unicamente alla motivazione e alla volontà di vincere. In sostanza, descrive una destinazione desiderata senza fornire una mappa per raggiungerla.

La "fuffa" serve spesso a mascherare la mancanza di un'analisi profonda e l'assenza di soluzioni concrete. Evitando di definire chiaramente la sfida principale, i leader riempiono il vuoto con slogan e concetti astrusi che creano un'illusione di pensiero strategico. In questo modo, si evitano scelte difficili e si nasconde l'assenza di un vero piano d'azione.

Sintesi capitolo

Per creare una buona strategia, bisogna prima imparare a sradicare quella cattiva, un'erbaccia 🌱 che soffoca il pensiero. Essa non è un semplice errore ma, come sottolinea Rumelt, "l'evitamento attivo del lavoro duro". La riconosciamo da segnali inequivocabili, come un campanello d'allarme 🚨. C'è la fuffa, un gergo complesso che maschera il vuoto, come la banca la cui strategia era semplicemente "essere una banca" 🧐. C'è l'incapacità di affrontare l'elefante nella stanza, ovvero il problema principale. Spesso, si scambiano gli obiettivi per la strategia, un errore pericoloso quanto chiedere ai soldati di superare il fuoco delle mitragliatrici con la sola forza di volontà. Infine, ci sono obiettivi strategici inefficaci: o un "pasticcio" di troppe cose da fare, o un traguardo irraggiungibile, come chiedere a un fante di vincere una battaglia aerea ✈️.

Rispondi alle seguenti domande:

Qual è il primo passo essenziale per sviluppare una buona strategia, secondo il principio fondamentale descritto nel testo?

Definire una lista di obiettivi ambiziosi per motivare il team.


Riconoscere e definire con chiarezza la sfida o il problema principale da superare.


Creare un documento complesso utilizzando un linguaggio tecnico per dimostrare competenza.

Un manager presenta un piano chiamato "20/20" che mira al 20% di crescita e al 20% di margini, incitando tutti a 'fare l'impossibile'. Qual è la principale trappola strategica in questo approccio?

Sta scambiando un obiettivo desiderabile per un piano d'azione concreto, confondendo la motivazione con la strategia.


Sta creando un piano strategico con troppe azioni, che disperderà le risorse dell'azienda.


Sta nascondendo la mancanza di analisi dietro un nome accattivante, un classico esempio di 'fuffa'.

Perché l'uso di 'fuffa', ovvero un linguaggio volutamente complesso e pieno di gergo, è un indicatore così potente di una cattiva strategia?

Perché dimostra una profonda conoscenza teorica che però è difficile da applicare nella pratica.


Perché stabilisce obiettivi così astratti e 'campati in aria' da risultare irraggiungibili.


Perché spesso maschera una totale assenza di analisi e sostanza, evitando il duro lavoro di affrontare i veri problemi.


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